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"I CARE" E I SUOI EFFETTI COLLATERALI


Sin dal principio dell’umanità, l’amore è stato alla base dei cambiamenti, dell’evoluzione, dell’essere uomo e non solo persona. Grazie all’amore, espresso in varie forme, siamo in grado di cambiare il mondo, o almeno potremmo, per renderlo un posto migliore.

Quando ero bambina e frequentavo il coro della mia scuola elementare, non capivo come mai tutti gli adulti nella stanza iniziassero a piangere quando cantavamo una canzone in particolare. Era una canzone di Aleandro Baldi, scritta secondo il motto di Don Lorenzo Milani, famoso docente, presbitero, ma soprattutto educatore italiano (ma questo l'ho scoperto solo dopo). Al tempo, avevo una visione dell’amore molto ridotta. Oggi, però, sono grande e, ripensando a quei versi, piango anche io: “I CARE, è solo un modo per dire che d’amore ce n’è il bisogno più forte, il più forte che c’è”. I care. Mi importa, ci tengo. Un argomento di discussione così frequente tra noi adolescenti, che però spesso non comprendiamo. Non ne abbiamo la facoltà, anche se siamo convinti di essere esperti in amore. Ma I care non è solo amore.

I care vuol dire rendersi conto di ciò che sei disposto a fare per non vedere soffrire qualcuno o quante montagne scaleresti pur di far nascere un sorriso sul viso di chi ami.

I care, ti dicono, anche se poi, investiti da un furore iracondo, ti tirano uno schiaffo. Ma era solo arrabbiato, aveva ragione.

I care, dicono, gli importa di te, è per questo che non vogliono che indossi quel vestito, è troppo scollato.

I care, ti dicono, anche se realmente non gli importa della tua felicità, ma solo del loro appagamento.

I care non è solo una frase. I care vuol dire anche dimostrare, dimostrare che ciò che dici va ben oltre le fredde parole, oltre i tuoi pensieri, che sei disposto a tutto pur di non rimanere solo, di creare e di condividere tutto te stesso con una persona. Se davvero di amore c’è un grande bisogno, chi sarebbe disposto a donarne un po’ a una donna che lo merita, ma non lo ha mai ricevuto? Com’è giunto il mondo, creato anche grazie all’amore di Dio, a questo bivio indistinguibile tra Bene e Male? Perché è così difficile seguire il Bene, anche sapendo che equivale all’amore?

Secondo il punto di vista degli altri, come si può facilmente intuire dai fatti di cronaca, anche il Male equivale all’amore. Peccato che si tratti di un amore ben diverso, un amore falso che si maschera di parole, i cui fatti sono di gran lunga più cruenti e dolorosi. Ma quello non è amore, non c’è neanche un minimo di benevolenza in una persona che grida, picchia e ti possiede.

So bene, piace a tutte le ragazze sentirsi dire “sei mia”. Sono due parole dette quasi inconsapevolmente, ma il loro significato è profondo e non romantico. Questo l’ho capito da poco, basta guardare il telegiornale per smettere di pensare a quelle due parole come simbolo di affetto.

Ognuno appartiene a se stesso, non ai propri partner né tantomeno ai propri genitori. Tutti siamo liberi di scegliere cosa fare della nostra vita, se indossare un vestito scollato piuttosto che uno più corto, di uscire con le amiche, di frequentare i locali che ci piacciono, di essere quello che siamo.

Da inguaribile romantica qual sono, ho sempre visto l’amore come sinonimo di magia, qualcosa di incredibilmente superiore ai problemi quotidiani. L’amore, per me, trafigge il cuore prima degli occhi e, perché no, può durare in eterno. Mai avrei pensato, prima di qualche anno fa, di vedere l’amore come la rovina di una famiglia o addirittura la morte di una persona. Ma quello non è amore. Perché se è amore dà consigli, non impone, ti ascolta, non giudica, non ti aggredisce, ma ti accarezza.

I care vuol dire camminare, dirigersi verso il sogno di un mondo dove l’amore è davvero visto per ciò che è, senza effetti collaterali, un mondo dove il bisogno d’amore è oramai saziato dalle attenzioni, con cuore aperto e sincero, verso una donna.

Cari ragazzi sono qui, sono tornato, chiamate tutti gli altri, suonate la campana, oggi riapre la scuola di un povero curato, un certo Don Milani mandato qui a Barbiana. Anche se col tempo voi siete un po' cambiati ed i miei occhi non son più quelli di allora e se i vostri ginocchi non sono più sbucciati, stonati canteremo quella canzona ancora... i care, i care, c'è bisogno che io abbia cura di te, you care, you care, c'è bisogno che tu abbia cura di me, i care, i care è solo un modo per dire che d' amore ce n'è un bisogno più forte, il più forte che c'è, i care, i care, i care. Apriamo quella porta, risistemiamo i banchi, spolveriamo i quaderni, rileggiamo gli appunti, forza miei giovani studenti dai capelli bianchi, perché quello che conta è non darsi mai per vinti. Il mondo è un po' più ricco, la vita è sempre dura e in questa catapecchia attaccata al monte Giovi c'è ancora la canzone della nostra bocciatura che insieme cantavamo per non sentirci soli... i care, i care, c'è bisogno che io abbia cura di te, you care, you care, c'è bisogno che tu abbia cura di me, i care, i care e solo un modo per dire che d' amore ce n'è un bisogno più forte, il più forte che c'è, i care, i care, i care. Qui dove sono adesso non è così lontano, non fosse per il fatto che mi mancate tanto, Dio, pur di star con voi rinuncerei anche al perdono e Dio lo capirebbe, di questo son convinto, parola mia d'amore parola mia...Lorenzo. I care, i care, c'è bisogno che io abbia cura di te, you care, you care, c'è bisogno che tu abbia cura di me, ragazzi sono qui, sono tornato, ma lo sapete bene che non sono mai partito che non sono mai partito....i care. I care, i care, c'è bisogno che io abbia cura di te, you care, you care, c'è bisogno che tu abbia cura di me, i care, i care, c'è bisogno che io abbia cura di te...


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