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Una storia a nudo di Elena Stancanelli

  • Federico Bennardo
  • 13 lug 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

A #Librinfaccia Federico Bennardo si misura con l'incredibile storia di Anna, la protagonista del romanzo di Elena Stancanelli, "La femmina nuda".

Dopo il boom di presenze con Alan Friedman, Libri in Faccia è tornato martedì 12 luglio con un altro ospite speciale, Elena Stancanelli, finalista del Premio Strega. L’evento, sempre in Piazzetta Sant’Oronzo da Ciccio in piazza, ha avuto inizio osservando, prima della presentazione del libro, un minuto di silenzio per le vittime della strage ferroviaria avvenuta in tarda mattinata. A moderare l’incontro è stato l’avvocato Fabrizio Monopoli, che ha condotto con intensità e intelligenza il pubblico alla scoperta di questo romanzo.

“La femmina nuda” racconta la storia di Anna, una donna bella, intelligente, con un lavoro interessante, ma quando scopre che il ragazzo con cui convive è innamorato di un’altra donna, la protagonista si trasforma in un’isterica, non dorme, non mangia, fuma, si ubriaca ogni sera e ha rapporti carnali con chiunque. Anna comincerà a controllare continuamente i social network dell’ex compagno e della “rivale” e, in un crescendo ossessivo, comincia a pedinarla, arriva a conoscerla e frequentarla, fino a quando capisce che è tutto inutile. Per un anno rimarrà prigioniera di quello che lei definisce il «regno dell’idiozia», senza riuscire a dirlo a nessuno. L’unica cosa su cui Anna potrà contare sarà il suo corpo, al quale si aggrapperà per sconfiggere il dolore. La narrazione è scritta in forma di lettera a Valentina, un’amica intima dell’autrice, che ha vissuto un’esperienza simile e l’ha vista distruggersi sera dopo sera.

La gelosia annichilisce chi la prova, soprattutto quando inciampa nella certezza del tradimento. Quest’ultimo, nel libro di Elena Stancanelli, è solo il pretesto per raccontare l’ossessione che, della scoperta o anche solo del sospetto del tradimento stesso, sono le conseguenze. Ma l’autrice gestisce il tema nel suo romanzo con una certa originalità: l’ossessione non è per il tradimento in sé, bensì per l’oggetto del tradimento. E da qui gli interrogativi della protagonista: chi è la donna che ha portato via il mio uomo? Che cos’ha lei che io non ho? E’ più giovane? Più bella? Più intelligente?

«La letteratura» afferma Stancanelli «deve raccontare il mondo, liberando lo scrittore da qualsiasi forma di moralismo». Ma in un mondo dominato dalle tecnologie, ogni dettaglio del doloroso tragitto viene integrato e amplificato dal sistema in cui siamo immersi: smartphone, social network, messaggi su Whatsapp. Stancanelli stessa ha definito il telefonino «l’invenzione più stupefacente della storia. In vent’anni» ha proseguito «è passato dal non esistere ad essere nelle tasche di ogni persona, e ciò non può non aver portato delle conseguenze; oltretutto è una sorta di “scatola nera”, ma in qualche modo è anche un magnete, in grado di deviare le forze sentimentali che ci riguardano, proprio perché in un telefonino succede tutto quello che sappiamo.».


La protagonista scopre di essere stata tradita nel modo più banale: ascolta un brano di conversazione da una derivazione telefonica, in casa, solo perché lui dimentica di riattaccare. Da lì parte tutto: il piano per catturare il cellulare di lui e sbirciare i messaggi, la decodificazione di frasi oscure, la scoperta degli indizi. Ma la curiosità e il dolore non si placano con la scoperta dell’identità della “rivale”. Le domande si susseguono, bisogna capire (e la tecnologia aiuta molto) chi è, dove abita, chi frequenta, persino quali sono le sue abitudini sessuali.


 
 
 

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