"La buona scuola" e le altre commedie
- Rosalinda Giannotte
- 1 dic 2014
- Tempo di lettura: 2 min

Siamo ormai prossimi alla conclusione della consultazione promossa dal governo sul tema e il primo dato che mi piacerebbe portare alla vostra attenzione è quello della scarsa partecipazione alla stessa.
I questionari compilati si attestano ad oggi alle 90000 unità, un numero questo che apre una seria riflessione sullo strumento utilizzato dal governo per misurare il gradimento delle proposte.
Risulta assai insufficiente allo stato attuale l’ampiezza della discussione che non ha coinvolto evidentemente tutti i soggetti che si sarebbero dovuti interpellare.
Occasioni come queste ci permettono di portare all’attenzione alcuni dei punti di una riforma strutturale e di grande respiro che abbraccia aspetti economici, gestionali e organizzativi, oltre che sociali.
Allo stato attuale il sistema scolastico italiano si basa su una autonomia scolastica.
Essa è un’opportunità se è capace di dare delle risposte ai bisogni educativi e di mettere a frutto le potenzialità che vengono da ogni territorio. Pensare di distribuire le risorse su base premiale, come previsto all’interno della “buona scuola”, basando parte delle risorse del fondo MOF sull’andamento dei risultati INVALSI è intollerabile poiché provoca una gerarchizzazione degli istituti ed ulteriori barriere economiche di accesso ai saperi.
Per sopperire a tutto questo il governo intende intraprendere la strada della privatizzazione del comparto scolastico, strada che genererà ulteriori disuguaglianze poiché diseguale è la capacità di attrarre imprese ed investimenti nelle diverse regioni italiane.
Nell’introduzione del capitolo sulla valutazione si nega che il sistema di
valutazione che il Governo intende mettere in campo si sostanzierà di competizione e
classifiche, ma la volontà politica di “sostenere la scuola che si impegna di più per
migliorare” è in linea di continuità con la tendenza ormai consolidata a premiare la scuola che risulta “migliore” secondo standard che non rappresentano mai la realtà dei fatti.
Questi, a mio avviso sono solo alcuni degli aspetti critici della riforma che il governo Renzi sta per varare, sarebbe interessante soffermarsi sul tema del diritto allo studio che, non viene minimamente trattato, come sarebbe altrettanto necessario riflettere sul tema dei programmi di insegnamento. Se la scuola è la priorità del paese, priorità a mio avviso non può significare soltanto velocità, raffazzonamento, e superficialità, al contrario, ciò che è priorità andrebbe assai approfondito e ponderato.
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