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Spazio sicuro per l'istruzione

Per tutti gli studenti del liceo scientifico Ludovico Pepe di Ostuni il rientro dalle vacanze natalizie ha significato riscontrare una realtà ben diversa da quella che tutti immaginavano. D’altra parte c’è da chiarire che le condizioni di insicurezza erano già state fatte presenti dai rappresentanti di istituto all’inizio dell’anno scolastico, ma fino al 7 gennaio nessuno si era mai preoccupato di trovare una soluzione tempestiva ai tanti disagi che un cantiere (seppur esterno) può portare allo svolgimento delle normali lezioni scolastiche. Ma come si è arrivati a questa drammatica situazione? Ebbene noi studenti una volta rientrati a scuola abbiamo ritrovato effettivamente una situazione ben diversa da quella che seppur già precaria avevamo lasciato. La nostra scuola non era più una scuola ma era un vero e proprio cantiere anche all’interno, è difatti assurdo poter pensare di fare lezione in un edificio sprovvisto di infissi, con impalcature interne, senza il riscaldamento ma soprattutto con condizioni igieniche che non sono accettabili per un istituto statale. Alcuni sostengono che la situazione non potesse essere gestita diversamente da come è stato fatto. A mio parere la situazione poteva essere gestita in maniera diversa in quanto chiunque fosse entrato in quell’istituto prima del 7 gennaio si sarebbe certamente accorto delle inadeguatezze che la scuola presentava. Ma di sicuro né con i se né con i ma si costruisce la storia… La storia però è proprio questa e non è bella da raccontare. Ma arrivati a questo punto abbiamo il diritto di sapere chi ha le maggiori responsabilità? Per ora sappiamo per certo che una soluzione seppur temporanea è stata trovata, e le attività didattiche sono state riprese alternando (eccetto le classi quinte) il primo e il secondo biennio. Io credo però che questo sia un evento sul quale riflettere molto, avremo mai la garanzia che qualcuno un giorno non troppo lontanò risponderà di quanto accaduto? Possiamo essere liberi di non tollerare più questi eventi? Il diritto allo studio non può essere bloccato dalla superficialità dei burocrati e dalla disattenzione generale. Anche l’istruzione ha la necessità di avere degli spazi sicuri dove far posto alla cultura e alle regole perché prima di assicurarci che le nozioni vengano apprese dovremmo assicurarci che le regole vengano rispettate in quanto la scuola ha il dovere di costruire una società di cittadini responsabili e attenti e non possiamo permetterci di dare esempi sbagliati ad una generazione che appare via via sempre più scoraggiata e demotivata.


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