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I diritti (segreti) degli studenti

  • Fabio Ciraci
  • 15 gen 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Come sentiamo sempre ripetere varie volte e da più parti, gli

studenti hanno diritti e doveri, ma più che una saggia frase

generica, tale affermazione richiama alla mente un

documento importantissimo, lo Statuto delle studentesse e

degli studenti, emanato con il decreto del Presidente della

Repubblica 249 del 24 giugno 1998. Pochi conoscono i

principi in esso contenuti, le norme sancite e come uno

studente può avvalersene.

Nel testo dello Statuto si richiama lo studente al dovere di

essere presente nella vita scolastica attivamente, di

frequentare regolarmente la struttura scolastica tanto odiata

e a volte amata, di adempiere alle sue mansioni quali lo

svolgimento di attività didattiche di esercizio e di avere un

comportamento adeguato verso il patrimonio dello stato,

dove avviene la sua formazione, e verso le persone che lo

curano nelle loro mansioni, nonché verso i docenti che vi

svolgono la loro professione.

E i diritti? Il diritto all’istruzione è imprescindibile, certo; ma

lo Statuto invita anche alla libertà di parola e di espressione,

evidenziando come lo studente abbia il diritto di essere

ascoltato in caso di sanzioni disciplinari, di avere una

valutazione del profitto non influenzata dal voto di

comportamento, e, cosa fondamentale, sancisce il diritto

all’istituzione di un organo di garanzia, che esprime parere

vincolante sui provvedimenti disciplinari e sull’applicazione

dello Statuto; gli studenti hanno inoltre diritto alla

partecipazione agli organi collegiali perché li tutelino e li

rappresentino nelle sedi opportune. Negli anni sono state

emanate circolari amministrative che sollecitano al rispetto

dei principi sanciti nello Statuto, che anche noi studenti

dovremmo sempre tenere sempre in considerazione se

vogliamo ottenere il rispetto dei nostri docenti, ma ce n’è una che è rimasta lettera morta e che avrebbe certamente

cambiato la nostra vita di studenti, se fosse stata applicata,

mentre è stata stranamente ignorata; si tratta della Circolare

Ministeriale del 14 maggio 1969 n° 177: questa circolare

vieta l’assegnazione di compiti nonché le interrogazioni e lo

svolgimento di verifiche il primo giorno della settimana

successivo al festivo. Il documento venne emanato a tutela

del tempo libero dello studente, sottolineando come, nei

fine settimana, egli abbia il diritto di trascorrere il tempo con

la famiglia, assistere a rappresentazioni teatrali o

cinematografiche o di praticare liberamente uno sport o di

recarsi in un museo o semplicemente di riposarsi. La

circolare, in seguito, non è mai stata abolita, per cui, a rigor

di logica, dovrebbe essere ancora in vigore.

Quindi a meno che non ci sia qualche materia prevista solo

il Lunedì, ci si potrebbe riposare un po' prima di ricominciare

la frenetica routine settimanale. Considerando che ormai in

quasi tutti i Paesi del mondo la settimana corta è un diritto

acquisito, personalmente sarei disposto ad un

compromesso su altre battaglie meno…coinvolgenti, pur di

avere 24 ore da trascorrere senza impegni scolastici.


 
 
 

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